Dove fare kitesurf sul Lago di Garda: 7…
Il kitesurf sul Lago di Garda è un mix esplosivo di vento costante, paesaggi alpini e centri specializzati. S
23 Aprile 2025
31 Maggio 2016
Farsi trascinarsi è bello e soprattutto utile
Ogni rider deve fare i conti con questa tecnica fondamentale per il recupero della tavola, ma anche in tante altre situazioni. Alcuni però la vivono con ansia e non riescono a farci pace. Ecco in cosa consiste esattamente, a cosa serve e soprattutto come si esegue correttamente.
Passaggio cruciale nell’apprendimento del kitesurf, il body drag è una tecnica fondamentale che dovrebbe far parte del bagaglio di manovre di ogni rider che si rispetti. Serve principalmente a recuperare la propria tavola quando la si perde in acqua, ma in realtà può essere molto utile anche in altre circostanze e in casi estremi può addirittura rivelarsi un’eccellente manovra di emergenza.
Non è roba da principianti
Il body drag pur essendo così importante nella pratica del kitesurf, spesso è sottovalutato dai rider oppure vissuto con ansia e a volte addirittura liquidato come retaggio esclusivo dei principianti. Ciò è in parte dovuto al fatto che quando s’impara, in genere durante il corso base, rappresenta il primo approccio con la gestione dell’ala in acqua e non sia ha ancora un perfetto controllo del kite, inoltre prevede una posizione del corpo non proprio naturale che può stancare in certe condizioni e in caso di chop non è immune da ricche bevute di acqua salata. Insomma non lascia proprio un bel ricordo nella mente dell’aspirante rider e anche dopo, quando si è esperti e la si esegue con minore frequenza, nessuno la fa volentieri.
Il primo passo verso la navigazione
In realtà, a pensarci bene, è proprio attraverso il body drag che ognuno di noi rider ha percepito per la prima volta la straordinaria sensazione di navigare grazie al tiro del kite. Dopo tutto il lavoro iniziale in spiaggia a pilotare l’ala, finalmente si entra in acqua e si realizza quello che all’inizio ci sembra complicato, se non impossibile: si naviga! Al di là dell’euforia di essere trainati e di riuscire a spostarsi in una determinata direzione tenendo un’andatura, il body drag nelle fasi iniziali dell’apprendimento aiuta moltissimo a prendere confidenza con la gestione del kite proprio perché si è senza tavola, sdraiati in acqua e ci si può concentrare sul pilotaggio. Poi una volta padroneggiata la tecnica, diventa col tempo una manovra automatica, facile e anzi pure divertente. Vediamo allora in cosa consiste esattamente il body drag, a cosa serve e come si esegue a livello tecnico.
Tavola persa? No problem
Letteralmente body drag è un termine inglese che vuol dire “trascinamento del corpo”. E infatti consiste nel farsi trascinare sulla superficie dell’acqua soltanto con il corpo sfruttando la trazione generata dall’ala. Grazie alla gestione efficiente del kite questo trascinamento è a tutti gli effetti direzionale, cioè permette di spostarci in una direzione voluta e si traduce in una vera e propria andatura velica, che può essere la bolina, il traverso, il lasco e la poppa.
Il body drag serve principalmente per andarsi a recuperare la tavola persa durante una manovra sbagliata, un salto atterrato male o qualsiasi altra situazione in cui ci scappa dai piedi. Nel momento in cui perdiamo la tavola, infatti, il kite continua a trainarci sia che resti in volo sia che cada in acqua facendoci allontanare dalla nostra compagna di planate. Il più delle volte ci ritroviamo sottovento alla tavola che rimane lì alla deriva e in preda a onde e corrente e dobbiamo quindi fare dei bordi a zig zag di bolina per riguadagnare acqua e riagguantarla il più presto possibile.
Una via di fuga in caso di emergenza
Oltre al recupero della propria tavola, il body drag è utile in tutti quei casi in cui non possiamo utilizzare più la nostra tavola, per esempio perché abbiamo un problema tecnico o semplicemente perché siamo stanchi e ci consente di tornare tranquillamente in spiaggia. In caso di grossi frangenti a riva serve per entrare in acqua e superare i set di onde senza troppa difficoltà, così come a uscirne in sicurezza dopo la session. In alcune spiagge regolamentate è addirittura obbligatorio uscire dal corridoio di lancio mediante la tecnica del body drag. Infine è una efficacissima manovra di emergenza che serve a recuperare l’attrezzatura di un altro rider in difficoltà oppure il rider stesso o un altro bagnante.
Bolina: il corpo come la deriva di una barca
Se eseguito in maniera corretta, il body drag permette di risalire il vento completando dei bordi a zig zag in andatura di bolina esattamente come si farebbe navigando con la tavola. Come si esegue? Dalla posizione di zenit s’inclina l’ala a 45° gradi circa rispetto al livello del mare nella parte di finestra del vento corrispondente alla direzione di navigazione (mure a dritta o a sinistra). Il pilotaggio del kite si esegue con una sola mano, quella posteriore rispetto all’andatura, che portiamo leggermente a centro barra per ottenere comandi più dolci e precisi. Il corpo si stende in acqua quasi di fianco con la schiena rivolta al vento e il bacino ruotato verso il basso (a pancia sotto), mentre il braccio libero si allunga nella direzione del corpo con la mano di taglio, dita unite, a paletta. Le gambe sono distese e leggermente divaricate a forbice per stabilizzare l’assetto ed evitare rotazioni involontarie del corpo. L’idea alla base del body drag di bolina è che il corpo, tenuto leggermente rigido, agisca come la pinna di deriva di un’imbarcazione e permetta di tenere l’andatura riducendo lo scarroccio.
La testa andrebbe tenuta in alto, per evitare bevute d’acqua involontarie, con lo sguardo rivolto in parte al kite per verificarne il corretto assetto, in parte alla direzione voluta, senza tuttavia perdere di vista l’obiettivo, ossia la nostra tavola. Per essere sicuri di tenere la rotta corretta è importante prendere dei punti di riferimento a terra (una casa, un albero, etc.) e verificare continuamente la giusta direzione.
Cambiare direzione. Quando?
Per effettuare il cambio di direzione si fa risalire il kite lentamente allo zenit, se serve utilizzando entrambe le mani e accucciandosi con il corpo, dopodiché si riposiziona a 45 gradi nella parte opposta della finestra di volo pronti a ritrovare il giusto assetto nella direzione voluta. La manovra va fatta in maniera dolce ma decisa per evitare che il kite accelleri in maniera brusca e ci trascini sottovento facendoci perdere lo spazio di acqua guadagnato. Importante: fare bordi brevi, massimo 15-20 metri, in modo da non allontanarsi troppo in linea d’aria dalla tavola.Quando siamo a pochi metri dalla tavola, riportiamo la vela lentamente allo zenit per fermarci, la prendiamo ed eseguiamo la procedura standard per la water start.
Light wind e gli errori da evitare
Tra gli errori più comuni del body drag c’è quello di direzionare il corpo troppo al vento forzando la bolina con il risultato di piantarsi in acqua e rallentare l’avanzamento; oppure tenere il kite troppo in power, il che aumenta in maniera consistente il nostro scarroccio, oppure ancora avere un assetto del corpo scomposto o rilassato che impedisce una navigazione efficiente. In condizioni di venti leggeri infine è importante tenere il kite nella parte più alta della finestra di volo, muovendolo tra le 12,30 e le 11,30, in modo da avere sempre un tiro efficace dell’ala e favorire il corretto avanzamento di bolina.
Body drag con la tavola: occhio ai frangenti
Nel caso in cui si esegue il body drag con la tavola s’impugna la stessa dalla maniglia con la mano anteriore libera e si poggia il gomito sulla zona di poppa come se fosse uno scudo in modo da stabilizzarla e da alzare leggermente la prua evitando così ingavonamenti involontari. Questa posizione è molto più confortevole naturalmente rispetto al body drag standard perché si sfrutta la galleggiabilità della tavola che permette al corpo di essere un po’ più sollevato dall’acqua e inoltre l’uso dei rails e delle pinnette agevolano di molto l’efficienza della navigazione. Nel caso di chop o frangenti è meglio impugnare la tavola dalla strap anteriore e posizionarla sottovento al corpo sempre in modo da non interferire con i pilotaggio sulla barra.
Al lasco il divertimento è assicurato
Il body drag nelle andature portanti di lasco o di poppa è molto più facile, divertente e meno tecnico. Dalla posizione di zenit si comincia a muovere il kite eseguendo degli 8 sempre più grandi e veloci in base alle esigenze. Il pilotaggio sulla barra è quello standard a due mani. Il corpo, completamente rilassato, è sdraiato in acqua pancia sotto, le gambe leggermente divaricate, pronto a farsi trascinare e attento solo a mantenere l’assetto. Ogni volta che il kite aumenta la velocità di movimento e si avvicina alla zona di massima potenza della finestra di volo tende infatti a sollevarci completamente dall’acqua e a farci avanzare a “strattoni”. Una sensazione davvero bellissima.
Insomma il body drag è una manovra che accompagna la vita di un rider fin dall’inizio permettendogli la completa autonomia, la libertà di effettuare evoluzioni a piacere e la sicurezza di rientrare sempre a terra in caso di necessità. Alcuni rider vivono il body drag con un’ansia tale da utilizzare il leash alla tavola (pericoloso) o altri dispositivi come il Go Jack (galleggiante applicato alla maniglia della tavola) proprio per avere l’illusione di poterne fare a meno. Consiglio: ragazzi, semplicemente allenatevi e fate pace con questa manovra cercando di padroneggiarla in tutte le andature. Solo allora le vostre uscite saranno puro divertimento.
Articolo redatto da:
DAVID INGIOSI
Giornalista e Videoreporter
ufficostampa@kitesurfing.it
Farsi trascinarsi è bello e soprattutto utile
Ogni rider deve fare i conti con questa tecnica fondamentale per il recupero della tavola, ma anche in tante altre situazioni. Alcuni però la vivono con ansia e non riescono a farci pace. Ecco in cosa consiste esattamente, a cosa serve e soprattutto come si esegue correttamente.
Passaggio cruciale nell’apprendimento del kitesurf, il body drag è una tecnica fondamentale che dovrebbe far parte del bagaglio di manovre di ogni rider che si rispetti. Serve principalmente a recuperare la propria tavola quando la si perde in acqua, ma in realtà può essere molto utile anche in altre circostanze e in casi estremi può addirittura rivelarsi un’eccellente manovra di emergenza.
Non è roba da principianti
Il body drag pur essendo così importante nella pratica del kitesurf, spesso è sottovalutato dai rider oppure vissuto con ansia e a volte addirittura liquidato come retaggio esclusivo dei principianti. Ciò è in parte dovuto al fatto che quando s’impara, in genere durante il corso base, rappresenta il primo approccio con la gestione dell’ala in acqua e non sia ha ancora un perfetto controllo del kite, inoltre prevede una posizione del corpo non proprio naturale che può stancare in certe condizioni e in caso di chop non è immune da ricche bevute di acqua salata. Insomma non lascia proprio un bel ricordo nella mente dell’aspirante rider e anche dopo, quando si è esperti e la si esegue con minore frequenza, nessuno la fa volentieri.
Il primo passo verso la navigazione
In realtà, a pensarci bene, è proprio attraverso il body drag che ognuno di noi rider ha percepito per la prima volta la straordinaria sensazione di navigare grazie al tiro del kite. Dopo tutto il lavoro iniziale in spiaggia a pilotare l’ala, finalmente si entra in acqua e si realizza quello che all’inizio ci sembra complicato, se non impossibile: si naviga! Al di là dell’euforia di essere trainati e di riuscire a spostarsi in una determinata direzione tenendo un’andatura, il body drag nelle fasi iniziali dell’apprendimento aiuta moltissimo a prendere confidenza con la gestione del kite proprio perché si è senza tavola, sdraiati in acqua e ci si può concentrare sul pilotaggio. Poi una volta padroneggiata la tecnica, diventa col tempo una manovra automatica, facile e anzi pure divertente. Vediamo allora in cosa consiste esattamente il body drag, a cosa serve e come si esegue a livello tecnico.
Tavola persa? No problem
Letteralmente body drag è un termine inglese che vuol dire “trascinamento del corpo”. E infatti consiste nel farsi trascinare sulla superficie dell’acqua soltanto con il corpo sfruttando la trazione generata dall’ala. Grazie alla gestione efficiente del kite questo trascinamento è a tutti gli effetti direzionale, cioè permette di spostarci in una direzione voluta e si traduce in una vera e propria andatura velica, che può essere la bolina, il traverso, il lasco e la poppa.
Il body drag serve principalmente per andarsi a recuperare la tavola persa durante una manovra sbagliata, un salto atterrato male o qualsiasi altra situazione in cui ci scappa dai piedi. Nel momento in cui perdiamo la tavola, infatti, il kite continua a trainarci sia che resti in volo sia che cada in acqua facendoci allontanare dalla nostra compagna di planate. Il più delle volte ci ritroviamo sottovento alla tavola che rimane lì alla deriva e in preda a onde e corrente e dobbiamo quindi fare dei bordi a zig zag di bolina per riguadagnare acqua e riagguantarla il più presto possibile.
Una via di fuga in caso di emergenza
Oltre al recupero della propria tavola, il body drag è utile in tutti quei casi in cui non possiamo utilizzare più la nostra tavola, per esempio perché abbiamo un problema tecnico o semplicemente perché siamo stanchi e ci consente di tornare tranquillamente in spiaggia. In caso di grossi frangenti a riva serve per entrare in acqua e superare i set di onde senza troppa difficoltà, così come a uscirne in sicurezza dopo la session. In alcune spiagge regolamentate è addirittura obbligatorio uscire dal corridoio di lancio mediante la tecnica del body drag. Infine è una efficacissima manovra di emergenza che serve a recuperare l’attrezzatura di un altro rider in difficoltà oppure il rider stesso o un altro bagnante.
Bolina: il corpo come la deriva di una barca
Se eseguito in maniera corretta, il body drag permette di risalire il vento completando dei bordi a zig zag in andatura di bolina esattamente come si farebbe navigando con la tavola. Come si esegue? Dalla posizione di zenit s’inclina l’ala a 45° gradi circa rispetto al livello del mare nella parte di finestra del vento corrispondente alla direzione di navigazione (mure a dritta o a sinistra). Il pilotaggio del kite si esegue con una sola mano, quella posteriore rispetto all’andatura, che portiamo leggermente a centro barra per ottenere comandi più dolci e precisi. Il corpo si stende in acqua quasi di fianco con la schiena rivolta al vento e il bacino ruotato verso il basso (a pancia sotto), mentre il braccio libero si allunga nella direzione del corpo con la mano di taglio, dita unite, a paletta. Le gambe sono distese e leggermente divaricate a forbice per stabilizzare l’assetto ed evitare rotazioni involontarie del corpo. L’idea alla base del body drag di bolina è che il corpo, tenuto leggermente rigido, agisca come la pinna di deriva di un’imbarcazione e permetta di tenere l’andatura riducendo lo scarroccio.
La testa andrebbe tenuta in alto, per evitare bevute d’acqua involontarie, con lo sguardo rivolto in parte al kite per verificarne il corretto assetto, in parte alla direzione voluta, senza tuttavia perdere di vista l’obiettivo, ossia la nostra tavola. Per essere sicuri di tenere la rotta corretta è importante prendere dei punti di riferimento a terra (una casa, un albero, etc.) e verificare continuamente la giusta direzione.
Cambiare direzione. Quando?
Per effettuare il cambio di direzione si fa risalire il kite lentamente allo zenit, se serve utilizzando entrambe le mani e accucciandosi con il corpo, dopodiché si riposiziona a 45 gradi nella parte opposta della finestra di volo pronti a ritrovare il giusto assetto nella direzione voluta. La manovra va fatta in maniera dolce ma decisa per evitare che il kite accelleri in maniera brusca e ci trascini sottovento facendoci perdere lo spazio di acqua guadagnato. Importante: fare bordi brevi, massimo 15-20 metri, in modo da non allontanarsi troppo in linea d’aria dalla tavola.Quando siamo a pochi metri dalla tavola, riportiamo la vela lentamente allo zenit per fermarci, la prendiamo ed eseguiamo la procedura standard per la water start.
Light wind e gli errori da evitare
Tra gli errori più comuni del body drag c’è quello di direzionare il corpo troppo al vento forzando la bolina con il risultato di piantarsi in acqua e rallentare l’avanzamento; oppure tenere il kite troppo in power, il che aumenta in maniera consistente il nostro scarroccio, oppure ancora avere un assetto del corpo scomposto o rilassato che impedisce una navigazione efficiente. In condizioni di venti leggeri infine è importante tenere il kite nella parte più alta della finestra di volo, muovendolo tra le 12,30 e le 11,30, in modo da avere sempre un tiro efficace dell’ala e favorire il corretto avanzamento di bolina.
Body drag con la tavola: occhio ai frangenti
Nel caso in cui si esegue il body drag con la tavola s’impugna la stessa dalla maniglia con la mano anteriore libera e si poggia il gomito sulla zona di poppa come se fosse uno scudo in modo da stabilizzarla e da alzare leggermente la prua evitando così ingavonamenti involontari. Questa posizione è molto più confortevole naturalmente rispetto al body drag standard perché si sfrutta la galleggiabilità della tavola che permette al corpo di essere un po’ più sollevato dall’acqua e inoltre l’uso dei rails e delle pinnette agevolano di molto l’efficienza della navigazione. Nel caso di chop o frangenti è meglio impugnare la tavola dalla strap anteriore e posizionarla sottovento al corpo sempre in modo da non interferire con i pilotaggio sulla barra.
Al lasco il divertimento è assicurato
Il body drag nelle andature portanti di lasco o di poppa è molto più facile, divertente e meno tecnico. Dalla posizione di zenit si comincia a muovere il kite eseguendo degli 8 sempre più grandi e veloci in base alle esigenze. Il pilotaggio sulla barra è quello standard a due mani. Il corpo, completamente rilassato, è sdraiato in acqua pancia sotto, le gambe leggermente divaricate, pronto a farsi trascinare e attento solo a mantenere l’assetto. Ogni volta che il kite aumenta la velocità di movimento e si avvicina alla zona di massima potenza della finestra di volo tende infatti a sollevarci completamente dall’acqua e a farci avanzare a “strattoni”. Una sensazione davvero bellissima.
Insomma il body drag è una manovra che accompagna la vita di un rider fin dall’inizio permettendogli la completa autonomia, la libertà di effettuare evoluzioni a piacere e la sicurezza di rientrare sempre a terra in caso di necessità. Alcuni rider vivono il body drag con un’ansia tale da utilizzare il leash alla tavola (pericoloso) o altri dispositivi come il Go Jack (galleggiante applicato alla maniglia della tavola) proprio per avere l’illusione di poterne fare a meno. Consiglio: ragazzi, semplicemente allenatevi e fate pace con questa manovra cercando di padroneggiarla in tutte le andature. Solo allora le vostre uscite saranno puro divertimento.
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